Commentario abbreviato:Atti 28:1511 Versetti 11-16 Gli eventi comuni dei viaggi sono raramente degni di essere raccontati; ma il conforto della comunione con i santi e la gentilezza dimostrata dagli amici meritano una menzione particolare. I cristiani di Roma erano così lontani dal vergognarsi di Paolo o dal temere di riconoscerlo, perché era prigioniero, che erano ancora più attenti a mostrargli rispetto. Questo gli fu di grande conforto. E se i nostri amici sono gentili con noi, Dio lo mette nei loro cuori e noi dobbiamo rendergliene merito. Quando vediamo coloro che, anche in luoghi sconosciuti, portano il nome di Cristo, temono Dio e lo servono, dobbiamo elevare il nostro cuore al cielo in segno di ringraziamento. Quanti grandi uomini hanno fatto il loro ingresso a Roma, incoronati e in trionfo, che in realtà erano piaghe per il mondo! Ma qui fa il suo ingresso a Roma un uomo buono, incatenato come un povero prigioniero, che è stato una benedizione per il mondo più grande di qualsiasi altro semplice uomo. Non è forse questo sufficiente a toglierci per sempre la presunzione del favore del mondo? Questo può incoraggiare i prigionieri di Dio, che può dare loro favore agli occhi di coloro che li tengono prigionieri. Quando Dio non libera presto il suo popolo dalla schiavitù, ma gliela rende facile o gliela rende facile, ha motivo di essere grato. Riferimenti incrociati:Atti 28:15At 10:25; 21:5; Eso 4:14; Giov 12:13; Rom 15:24; Ga 4:14; Eb 13:3; 3G 1:6-8 Dimensione testo: |